Secondo l’ultimo Global Risks Report 2023 i rischi più gravi che saremo chiamati ad affrontare nel prossimo decennio riguardano uno scenario di bassa crescita, scarsa cooperazione internazionale, turbolenza geopolitica ma soprattutto rischi climatici ed ambientali.

In accordo con il New Deal lanciato nel 2019, l’EU ha fissato un obiettivo chiaro entro il 2050: la neutralità climatica. Assieme alle politiche economiche necessarie, molto importanti risulteranno le politiche industriali volte alla promozione dell’innovazione tecnologica e organizzativa delle imprese.

Infatti la transizione ecologica richiede l’adozione di nuove tecnologie e di innovativi modelli di business che garantiscano una riduzione dell’impatto ambientale e sociale e adeguati livelli di ritorno degli investimenti.

Secondo i dati ISTAT, riportati dalle Pillole di Osservatorio di Accredia, nel 2022 il 59,5% delle imprese manifatturiere ha intrapreso azioni di sostenibilità: il 50,3% ha adottato azioni di tutela ambientale, il 44,6% di sostenibilità sociale e il 36,8% di sostenibilità economica, con un focus sulla gestione energetica.

Ancora più interessante notare come all’interno di questo cluster sia stato adottato un sistema di gestione certificato per gli standard ISO 9001 e ISO 45001: oltre il 40% delle aziende ha utilizzato un sistema di gestione per la qualità e circa il 20% uno per la salute e la sicurezza sul lavoro (dati ISTAT/Accredia).

Le aziende quindi riconoscono che l’adozione di strumenti di certificazione contribuisce alla mitigazione del proprio impatto sull’ambiente e che rappresenta un investimento in competitività.